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      Ma tu vivi dunque nel regno della luna, eh!
      - Se ciò fosse, non avrei dimandato nulla di nulla, ed avrei regalato, senza farmeli dimandare, dei figliuoli ed anche dei nipoti a chiunque avesse una bella moglie. Ma noi siamo nel regno di S. M. Claudio III - subillo ciò all'orecchio di mio zio - negli Stati di un re, dove il tradimento è una massima di governo; ove l'arbitrio, la ferocia, la bugia, la dissimulazione, la perfidia, sono degli strumenti di regno. Dimani, che per una ragione qualunque la cosa fallisca; che non se n'abbia più d'uopo; che si sappia; che dispiaccia; che riesca altrimenti da ciò che si aspetta... ed eccomi lì compromesso ed afforcato. Non si risparmiano gli uomini cui si caricano di tali secreti e di tali funzioni. Ebbene, io voglio tenermi al coperto di codesti colpi di soppiatto. Io voglio, innanzi tutto, essere lontano di qui; provare, in seguito, se mi si accusa di fellonia, che io obbedii agli ordini che avevo ricevuti. Io separo in ciò la parte dell'uomo da quella del funzionario. Io compirò la prima parte per modo che non vi sieno reclami; eseguirò la seconda nel senso preciso delle istruzioni.
      - Ài tu finito, leguleio, casista? Tu non comprendi mica dunque che guazzi nell'assurdo?
      - Niente affatto. Vostra Eccellenza non dà ella dunque delle istruzioni minute ai suoi agenti diplomatici? Il viaggiatore che vuole abbordare nei paesi a governo sospettoso non si munisce egli forse di un passaporto? Il mio passaporto è l'ambasciata. Io sono un agente diplomatico di una categoria non peranco classificata, ma le cui funzioni sono delle più delicate.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Claudio III Stati Eccellenza