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      Le sue guance, del resto, rifiorivano: la si vedeva di nuovo vivace e splendida.
     
      L'indomani ella ricominciņ. L'aveva ordinato il medico - e la principessa rispettava la scienza! Poi, il giorno dopo, e poi i giorni seguenti.
      Il duca di Balbek l'accompagnava sempre.
      Ed io mi penso che l'uomo cominciava a soppiantare il funzionario.
      Gli staffieri ed i bracchieri, che li seguivano in distanza, li smarrivano talvolta nel laberinto dei folti e nei sentieri della foresta, cui gli stessi guardacaccia visitavano di raro.
      La coppia fortunata cominciava per un galoppo vertiginoso, e quando si trovava immersa, sola, nella solitudine discreta, nei siti ove la natura libera si lasciava andare alla sua deboscia di creazione, rallentava il passo e scambiava qualche proposito.
      La parola era misurata: lo sguardo indiscreto.
      Poi, tutto di un tratto, Bianca partiva come un lampo, o faceva inalberare il suo cavallo sul suo compagno, e rideva; o si lanciava nelle terre paludose per inzaccherare il suo cavaliere - il quale si spaventava se la vedeva affondare.
      E quanti accidenti in quelle scappatucce!
      Ieri, l'era l'amazzone - che, appiccata ad un arbusto, aveva scoverto una gamba ammirabile! Oggi, l'č una bigonia che la spettina e le scioglie le trecce, cui bisogna dar opera a rannodare. Talvolta, era una robinia che le strappava la frusta dei suoi artigli rosati. Tal'altra, una betulla(21) che le solcava il viso, e bisognava rinfrescarlo con una pezzuola intrisa nell'acqua.
      - Che punto di vista magnifico. Voi non lo ammirate, voi?


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Balbek Bianca