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      Avrò un palco. E chiacchiereremo di nuovo. Ve lo ripeto: lascio il salario per le spese di toilette delle vostre piccole, e v'invito a partecipare alle mie operazioni, quando vorrete e nelle proporzioni che vi piacerà.
      - Sì, sì, père Pradau, io ò afferrato tutte le vostre combinazioni e le trovo ammirabili. Ma lasciatemi preparare un pretesto che mi giustifichi agli occhi del duca, se mando via Roberto e vi sostituisco a lui.
      - Ciò è giusto. Ciò è, anzi, convenevole. Bisogna rispettarci, se vogliamo farci rispettare dai padroni. Anche io non voglio perdere la commissione che mi riviene sul collocamento che madama Augusta medita probabilmente.
      - Ma cosa l'è insomma codesta agenzia, zio Pradau?
      - Ma! avete voi udito a parlar mai dell'agenzia di M. Foy?
      - Oh! sì: ò letto ciò spessissimo negli annunzi dei giornali(31).
      - Ebbene l'è la casa Foy, il matrimonio in meno - alla chiesa e al Municipio. Ecco tutto. Noi diamo una festa, secondo l'importanza della cosa. Tutto ciò che vi è di ricco e di nobile viene ad approvvigionarsi da noi. Noi prendiamo iscrizione delle damigelle che vogliono o principiare o divenir assennate; ne scrutiniamo bene la morale; esaminiamo le loro bellezze, la loro istruzione, la loro educazione. Perocchè noi non presentiamo in mercato che fior di roba, con garentia e stampo di fabbrica.
      - Ma, l'è da fior di galantuomini, codesto!
      - Le persone s'incontrano, si parlano, si esaminano; si consulta la scritta del prezzo nell'album sulla tavola, per ordine alfabetico e ritratto.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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