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      ..! Così, dunque, tu sei proprio felice?
      - Orsù, Adriano, non farmi mica dire ciò che io non ò detto! Io sono tranquilla. Io ò presa l'assisa del duca di Balbek, e la rispetto, e la fo rispettare. Il padrone non l'indossa degnamente anch'egli? Sarebbe una cattiva azione maculargli la veste d'armellino ch'egli porta così fieramente. Allora, a che pro i rimpianti, i desiderii, le allucinazioni di quel guanciale - sul quale si poggia la testa facendosene un Taborre, e cui si lascia bagnato di lagrime? L'adolescenza non conta: l'è un fiore strano e qualche volta ridicolo, che stuona nel mazzo dei fiori della vita. La si abbevera di Santo Padre, di padre Lacordaire, di abate Lammenais, di Sacro-Cuore, di S. Luigi di Gonzaga, di S. Questi, di S. Codesto... Fortunatamente che quella roba è bruttissima, orridissima, a che vi si può sostituire ciò che si è visto in casa di sua madre, ciò che si vede talvolta di qua e di là. Sii sicuro, Adriano, che vi à mica male di uomini nel mondo che debbon essere forse in collera contro il Sacré-Cœur. Ma dove mette capo tutto ciò? Ad un marito!! Il marito è il diamante nel monile delle donne. Io conosco pertanto delle gonze che preferiscono il fiore.
      - E cosa l'è il fiore, nel monile, nell'addobbo di una donna?
      - L'è il sogno che non si realizzerà giammai - perchè l'è il vitupero. Ora, togliete ad una donna il rispetto, e voi avrete tolta l'aureola a Dio. L'immagino diviene statua o quadro. Ma io ritorno al tuo saione di chierico, monsignor d'Alleux.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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