Pagina (321/440)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il duca di Balbek fece sensazione al suo apparire nei saloni di Parigi. Non conoscendo ancora il suo teatro, seppe dissimulare. La sua mal pratica passò per riserbo; i suoi difetti per originalità.
      Eccetto quel lampo della regina Bianca - che era passata innanzi agli occhi suoi come una visione - egli aveva bazzicato fin qui delle bellezze da caserma. Le dame del suo paese gli avevano mostrato il sesso, ma non gli avevano rivelato la donna. Restò dunque abbagliato, quasi stupidito, quando nei saloni di Parigi, si trovò faccia a faccia con quell'irradiamento formidabile. I suoi vantaggi fisici gli appianavano la via: il fiore tendeva il collo al giardiniere per essere colto!
      La sua avvenenza era di quella che stupiscono l'anima e turbano il sangue. La giovinetta vaneggiava; la giovane donna ammirava; la donna tra i trenta e quarant'anni bruciava: raggio pel cuore; torcia per la carne.
      Il duca non potè però scegliere.
      Doveva amare secondo gli spacci in cifre che riceveva dal suo ministro degli affari stranieri - a cui egli pingeva la galleria di quelle sultane. Gli toccarono dunque due donne mature, che passavano per onnipotenti alla Corte e nella massoneria diplomatica.
      Ma con ciò, quelle tigri affamate di carne fresca erano gelose.
      Per respirare un profumo di giovinezza, Balbek volle ammogliarsi.
      Quelle pieuvres gli gittarono fra le braccia una vergine!
      Esse sapevano ciò che facevano.
      Un chiaro di luna, a quell'uomo che aveva sete del sole dei Tropici!
      L'innocenza di Vitaliana non fu dunque per lui un'antitesi, ma una deluizione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Balbek Parigi Bianca Parigi Corte Balbek Tropici Vitaliana