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      Una luce viva animava tutto e dava una scintilla ad ogni oggetto.
      Delle cassollette invisibili aggiungevano un profumo penetrante a quello dei fiori. L'aria aveva, nel tutto suo insieme, irradiamento, armonia, olezzo, ripercussione di oggetti: una ubbriachezza irresistibile penetrava da tutti i pori. Tutto diceva: "Qui si ama fino a morirne!"
      Aprendosi, la porta di mezzo dette ingresso a sei giovinette vestite da baiadere.
      La porta di sinistra lasciò passare i tre gentiluomini - panneggiati in un'ampia tunica di cashmiere bianco, coronati, a modo degli antichi Romani, di fresche rose, e profumati come una corolla di magnolia.
      Dalla porta di destra, entrarono le tre giovani donne - galleggianti in una nuvola di gaze, trasparente come il vapore dell'alba in Oriente.
      Un grido scattò da tutte le bocche. Una percossa mise in fiamma tutti gli occhi. Fu un precipitarsi all'incontro gli uni delle altre.
      Le braccia si aprirono... Il salone risuonò di uno strepito simile alla crepitazione della fiamma dei sarmenti.
      Le sei baiadere, che avevano in mano vassoi e coppe di cristallo, versarono dei sorbetti. Poi, cominciarono una specie di danza, anzi di pantomima, dagli atteggiamenti molli e strani - compresi di uno sguardo, sentiti come un rimescolamento, e cui alcuna parola non potria pingere.
      I sei principali personaggi di questo racconto si trovarono presi in un circolo che realizzava tutte le tentazioni di S. Antonio. Non si distingueva più dove il velo finiva, dove il nudo cominciava.
      Gli occhi, striati di lampi, scoppiettavano.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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