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      Ma io non mi so render conto, madama, dell'inquisizione audace che avete intrapresa sulla mia condotta. Quale è il vostro scopo?
      - Lo scopo? Ve' mo'... gli è vero! io non ci aveva pensato. Ebbene, se ne volete pur uno, eccolo: la curiosità. Eravate sì bello nel vostro costume di console romano!
      - Madama, vi ripeto che l'era una giovialità imprevista. Rappresentavamo una charade in azione. Poi, quel monello di pascià ci aveva fatto fumare dello hatchich, per dare una festa alla foggia del suo harem... che so io? Il marchese delle Antilles ed io ci siamo trovati impegolati in quella mascherata. Ma il mio torto - se n'ò uno - non spiega il vostro, e voi girate attorno alle mie domande senza rispondere.
      - Lasciatemi far codesto(35) giro, signore; non mi addossate ad una risposta di due parole cui potrei gittarvi alla faccia...
      - Voi mi fate trasecolare, madama! Io trovo in bocca vostra una lingua che è tutta una rivelazione. Una donna senza macchia non favella così. Sono quindi forzato d'insistere - non fosse altro che per cessar di dubitare.
      - Ebbene, signore, la mia risposta è questa qui: voi mentite.
      - Come! Voi osate...
      - Morella è la vostra ganza. L'è dessa che à data la festa, ove sono intervenuti gli altri due per divertirvi. Non è nè ad una charade nè ad una mascherata cui voi partecipavate, ma ad un'orgia. Non era di hatchich che voi eravate ubbriaco, nè lo hatchich che vi aveva messo in quello stato di annientamento, ma...
      Vitaliana si coprì delle due mani la faccia, divenuta di un tratto infiammata.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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