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      Nulla c'impegna oggimai a preoccuparcene più che voi non ve ne preoccupate. Voi non amate Vitaliana. Ella non vi ama. L'avete oltraggiata... Via, dunque, via! Il vostro posto non è più allato di lei.
      - I colpevoli son sempre logici - osservò il dottore di Nubo.
      - Ma io non posso staccarmi da lei. Ella è il mio complemento. Il delitto nell'educazione dei gesuiti, presso i quali venni educato, è precisamente in questo: ch'essi producono degli uomini che non bastano a sè stessi e che ànno il loro complemento altrove. Qui la mano, là la lingua; qui il cervello ed il cuore collettivo, là la persona singola!
      - Questa è la base e la forza dell'educazione cattolica.
      - Orbene, Vitaliana finisce e completa la mia personalità: ella è quella, metà del me che colma il vuoto. M'intendete? Io mi disonorava fuori; ed avevo l'onore in casa mia! Io ballonzava le vecchie baldracche politiche per ragione di Stato, nelle regioni superiori; e venivo a prendere un bagno di giovinezza e di purità nella mia alcova! Lottavo di menzogne e d'intrighi nel mondo officiale; al mio focolaio, trovavo la lingua casta e sincera, il sorriso morale! Mi attossicavo di amore adulterato e fatturato presso le dame e le cortigiane; la mia ingenua mi disinfettava! Vedevo dovunque il culto del diamante; in casa mia, trovavo la religione del fiore! La febbre dappertutto; in quel salottino, poco bazzicato, la calma! Nel mondo, l'artificio, il belletto, la posa; nei miei lari, la semplicità ignorante! Io mi ritemprava qui, per lottare colà; mi temperavo là, per piacer qui.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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