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      Tu non comprendi dunque che lo scandalo, di cui mi minacciate, vi coglie? Tu non comprendi dunque che, avendo le mie ragioni per non accettare un duello, io posso impunemente divenire assassino? Tu non comprendi dunque che io sono in casa mia, qui; che io sono il tuo signore, se voglio; che posso sorprenderti in flagrante, schiacciarti come una mosca, e che, poichè voi cospirate alla mia rovina, io posso ingoiarvi tutti con me? Rifletti. Vitaliana! Tu mi scacci; egli mi provoca; voi siete tutti armati contro me; mi rovesciate nella solitudine e nelle tenebre; assassinate il mio avvenire; mi orbate di tutto; mi avete tutto preso; mi mettete petto a petto con la disperazione - là ove io aveva l'abitudine di vedere mia moglie cui amo! voi mi rubate il mio figliuolo; mi fate vedovo della peggiore delle vedovanze inframettendo fra mia moglie e me, non una tomba, ma un amante! Ponete mente! voi mi tentate troppo, ah! troppo! mi accollate forzosamente al delitto. E sei tu, Vitaliana, che sei ferocemente la più accanita! Oh! no, no... per pietà, no! Gli è impossibile che tu - che ieri ancora eri così immacolata e così timida - tu sii divenuta così atrocemente inflessibile e senza onta. Gli è impossibile che tu - che ieri ancora non osavi mettere un fiore nei tuoi capelli senza consultarmi - abbi adesso quel verbo che m'irride, quella volontà che mi dispera, quella decisione inesorabile che mi uccide. No, non è possibile un cangiamento sì subito e radicale! È mestieri che tu mediti qualcosa di terribile contro te stessa, per essere sì insensibile contro il tuo proprio figliuolo.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Vitaliana