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      Hor così di giorno in giorno procedendosi per istirpare e sveglere cotesti cespugli di pungenti spine di mezzo delle buone et odorifere herbe de fedeli Christiani, cominciarono molti con ingiuriose parole a dire non esser giusta cosa che questi huomini fussero così crudelmente uccisi, conciosia che non haveano fatto il perché dovessino ricevere simile guiderdone. Ma ciò che dicevano di detto Giuoco, il dicevano o per sciocchezza e mancamento di cervello, overo per paura delli asperi martorii, e non pareva verisimile che fussero fatti dall'huomini tanti obbrobriosi vituperii et ischerni alla hostia consegrata, né alla Croce di Christo, né anche alla nostra santissima fede, e questo facilmente puotevasi confermare, perché molti di essi, prima havendolo detto, dipoi costantemente lo negaveno, il che non farebbono, se così in verità fusse suto fatto. Et oltra di ciò dicevano anchora molte altre cose per fortificare questi suoi biasimevoli ragionamenti, il perché di giorno in giorno maggiormente crescevano nel popolo simili mormorii: la qualcosa intendendo lo illustre prencepe signore Giovanfrancesco, de V. Signoria amantissimo consorte, homo certamente non manco christiano che dotto e litterato, sendo alquanto dubbioso di questa cosa, diliberò di vuolere intenderla molto intieramente, et con sottile investigatione conoscere così il fondamento, come tutte l'altre menome cose erano fermate sovra di esso, prima intervenendovi e ritrovandosi alle essaminationi di quegli avanti dello inquisitore, et ancho dipoi interrogandoli da sé a sé, a parte per parte, di detto scelerato Giuoco, e delli abominevoli riti, e profani costumi, et iscommunicati modi, e maladette operationi che ivi continuamente si fanno, e non solamente da uno di quelli ma da gran numero, e ritrovandoli accozzare insieme in quelle cose che erano di maggior importanza (benché in alcune menome cose paiono alcuna volta alquanto disconvenevoli, o sia per mancamento di memoria, o per inganno e frode del Demonio malegno), cioè esser sommersi in tanti sozzi vitii che non può la pudica e casta orecchia del Christiano udirle senza grave fastidio, sicome vero servo di Messer Giesù Christo et ancho sicome homo literato e dotto, per scoprire li aguaiti e nascoste insidie del Demonio e fare respiandere in ogni luogo la rutilante verità della fede di Christo, acciò che ciascun se debbia ben guardare dalle frode dell'aguto nostro nemico, et anchor per poterlo meglio in ogni luogo perseguitare, have pigliato l'aguto calamo e scrisse tre libri di cotesta ria, scelerata e perversa schola del Demonio, facendo disputare insieme con un certo festevolo modo duoi trastulevoli, ma dotti compagni, e dipoi essaminando una astuta strega, e facendo anchor al fin dare la sententia ad uno molto dotto giudice, con tanto ordine e con tanta varievole dottrina e dilettevole festa, che non può far il lettore, havendo comenciato di leggere, non lo seguiti di finire, sempre leggendo cose curiose, rade, dotte, dalle quali egli è tenuto fermo, e dipoi sempre sperando di ritrovarne anche dell'altre non men aggradevoli.


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Libro detto Strega o delle illusioni del demonio
di Gianfrancesco Pico della Morandola
pagine 141

   





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