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      FRONIMO Che cosa?
      APISTIO Lo augello strega. Benché già habbia letto:
     
      Coll'ali infame la notturna strega.
      Mestitia, augurio infausto, e danno espressoPeggio ch'el bubo annontia, porge, et lega.
     
      Anchor pur ho veduto nell'antiche maledittioni fussi nominata la strega, ma che cosa sia quella, e di qual natura, non si conviene. Et istima Plinio che sia una favola, quello che era scritto delle streghe, cioè che asciuccaveno colle labbra le pope delli fanciulli. E così confessa di non sapere di quale generatione de uccegli sia la strega.
      FRONIMO Assai mi meraveglio, che sendo tu molto dotto nelli poeti, si come a me pare, tu non hai letto come era consuetudine nelli tempi antichi, di esser scacciato fuori delle porte et usci le streghe con una verga di spino bianco, e come hanno questa natura, che sono brammosi uccegli, con il capo grande, li occhi fermi, il becco torvo, e parte delle penne canute, con l'unghie rampinate, e per ciò così suoleno essere chiamate, perché hanno consuetudine di stridere nella spaventevole notte. Hor tu vedi il nome, la cagione di esso, la natura di quella, et anchora la figura, come egli è stata iscritta dalli antichi.
      APISTIO Ben intendo quello tu racconti, ma forsi sono di diverse maniere e generationi coteste streghe, e di differente natura, conciosia che se dice come non succiano colle labra le pope di fanciullini, ma che beveno il sangue. Il perché così disse Ovidio:
     
      Di notte ai fanciullini vola spessoEmpiendo il petto dell'innossio sangue
      Da vitiati corpi a forza egresso.


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Libro detto Strega o delle illusioni del demonio
di Gianfrancesco Pico della Morandola
pagine 141

   





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