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      Et egli è cotesto suto osservato per infino dalli heroici tempi. Quelle cose mi moveno, che sono venuti nelli thalami e camere delli Proci, o siano delli lascivi e molto libidinosi huomeni, così dicendo Ovidio:
     
      Proca il dimostra quale sia questo angueCh'al quinto giorno depuo suo natale
      Delle streghe già preda, forte langue.
      Puoco il vagito fanciullesco vale,
      Et chieder spesso agiuto alla nodrice,
      Che è lacerato da questo animale.
      Assorbe il sangue la strega infelice,
      Sì presto, con la lingua insatiabile,
      Ch'el soccorso opportuno esser non lice.
     
      Non paiono a te cotesti officii fra sé delle streghe, tanto diversi, e non ti dimostrano varia et anchor contraria natura e conditione? Erano ragionevolmente da esser istimati quelli augelli misericordiosi, li quali facevano l'ufficio della nudrice, ma questi sono da esser reputati grandemente nocevoli e malegni, dalli quali sono occisi li fanciullini, havendoli bevuto il sangue.
      FRONIMO Io te dirò il vero: a mi paiono più presto ciascuna di queste cose favole che altro. Ma pur se vi si ritrova qualche cosa di vero nella favola, io penso che non siano nati quelli augelli, né anchor che se ritrovano nelli versi. Perché quelli falsi titoli e versi figurano la vecchia nelli uccelli. Ma ben penso fussi fatto questo, con lo agiuto delli demonii iniqui e maledetti, cioè che li antidetti augelli hora apparevono in una forma della nodrice, et hora della insidiatrice. E questo maggiormente a me lo fa credere, perché il dimonio insegnò il giovevole rimedio contro delle incantationi e maleficii, per li quali erano ligate le menti delli huomini, con inganni e con bugie: dicendo se esser Giano, vuoleva che tre volte toccassino con l'arbuta fronda le porte et uscii, cioè con la fronda de uno albero simile al citrono, e tre volte segnando con detta fronda le pietre che sono sotto la intrata dell'uscio, bagnando la intrata con l'acqua, e commandava anchor se facessino dell'altre cose, che non erano sagre, ma anzi abominevoli sacrilegii e portenti.


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Libro detto Strega o delle illusioni del demonio
di Gianfrancesco Pico della Morandola
pagine 141

   





Proci Ovidio Giano