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      Non ti raccordi di quello che tanto chiaramente se dice delle figliuole di Preto? cioè che impirno con falsi mugiti e voci di animali li campi? et haver havuto paura dello aratro, et anchora haver cerco le corna nella leggiere fronte? Così è narrata cotesta favola: come furono tre figliuole di Preto, le quali, sendo già nel fiore della gioventù e conoscendole esser bellissime, intrando nel Tempio di Giunone, spreggiarno la Dea Giunone, riputandosi esser più belle di quella: per il che adirata la Dea vi misse tale follia in esse, che le pareva fussero divenute in forma di vacche, il perché havendo paura di portare e conducere lo aratro, fuggirono nelle selve. Così narra Vergilio, con il testimonio di Homero, ma Ovidio dice in altro modo, cioè che così divennene nel furore e pazzia, che gli pareva di esser doventate vacche, nella Isola di Chea, perché haveano consentito a quelli haveano furato alcuni animali dell'armento di Hercole. Le quali, dipoi, furono redutte a sé, et vi fu illuminata la fantasia da Melampo, sicome fu Lucio con la rosa, ma dicono alcuni altri, che furono sanate, e ritornate alla prima figura da Esculapio; sia come si voglia, così egli è narrato variamente. Vero è o che intrassino in simili furie e pazzie, o fussi per ira, o per opera del Demonio, overo per qualche corporale infirmità, ritrovò l'antichità a quelle giovevoli e diversi rimedii. Ma tu debbe sapere come hebbero li Demonii varii e diversi modi, et anchora continui, de ingannare li huomeni, in quelli tempi, nelli quali tenevano lo imperio quasi di tutto il mondo, e non solamente per li sacerdoti, et antistiti delli Tempii, e per li oracoli e resposte delli idoli et imagini, ma anchora ingannaveno per mezzo de alcune donniciuole inspirate dal falso Pithia et fraudolente Apolline.


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Libro detto Strega o delle illusioni del demonio
di Gianfrancesco Pico della Morandola
pagine 141

   





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