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      Risposero [che] se avevamo lance, [loro] avevano lance de canne brustolate e pali brustolati, e che non andassimo allora ad assaltarli, ma aspettassemo [che] venisse lo giorno, perchè sarebbono più gente.
      Questo dicevano, a ciò [che] andassemo a ritrovarli, perchè avevano fatto certi fossi tra le case per farne cascar dentro. Venuto lo giorno, saltassemo ne l'acqua fino alle cosce quarantanove uomini; e così andassimo più di due tratti di balestra innanzi [che] potessimo arrivar al lito. Li battelli non poterono venire più innanzi per certe pietre che erano nell'acqua. Li altri undici uomini restarono per guardia de li battelli. Quando arrivassemo in terra, questa gente avevano fatto tre squadroni de più de millecinquecento persone. Subito, sentendone, ne venirono addosso con voci grandissime, due per fianco e l'altro per contro. Lo capitano, quando viste questo, ne fece due parti e così cominciassemo a combattere. Li schioppettieri e balestrieri tirarono da lungi quasi mezza ora invano, solamente passandoli li targoni fatti de tavole sottili e li brazzi. Lo capitano gridava «non tirare, non tirare», ma non li valeva niente. Quando questi visteno che tiravamo li schioppetti invano, gridando deliberarono a star forte, ma molto più gridavano. Quando erano descaricati li schioppetti, mai non stavano fermi, saltando de qua e de là: coperti con li sui targoni ne tiravano tante frecce, lance de canna (alcune de ferro al capitano generale), pali pontini brustolati, pietre e lo fango, [che] appena se potevamo defendere.


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Relazione del primo viaggio intorno al mondo
di Antonio Pigafetta
Istituto Editoriale Italiano
1956 pagine 131