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      Se meravigliassemo molto perchè era mercore a noi; e non sapevamo come avessimo errato: per ogni giorno, io, per essere stato sempre sano, aveva scritto senza nissuna intermissione. Ma, come dappoi ne fu detto, non era errore; ma il viaggio fatto sempre per occidente e ritornato a lo stesso luogo, come fa il sole, aveva portato quel vantaggio de ore ventiquattro, come chiaro se vede. Essendo andato lo battello in terra un'altra volta per riso, furono ritenuti tredici uomini con lo battello, perchè uno de quelli, come dappoi sapessimo in Spagna, disse a li Portoghesi come lo nostro capitano era morto e altri, e che noi non andare in Spagna.
      Dubitandone da esser anco noi presi per certe caravelle, subito se partissemo.
      Sabato, a sei de settembre 1522, intrassemo nella baia de San Lucar, se non disdotto uomini e la maggior parte infermi. Il resto, de sessanta che partissemo da Maluco, chi morse per fame, chi fuggitte nell'isola di Timor, e chi furono ammazzati per suoi delitti.
      Dal tempo che se partissemo de questa baia fin al giorno presente avevamo fatto quattordici mila e quattrocento e sessanta leghe e più, compiuto lo circolo del mondo, dal levante al ponente. Luni, a otto de settembre, buttassemo l'ancora appresso al molo de Siviglia e descaricassimo tutta l'artiglieria.
      Marti, noi tutti, in camicia e discalzi, andassemo con una torcia in mano, a visitare il luogo di Santa Maria de la Victoria e de Santa Maria de l'Antiqua.
     
      Partendomi da Siviglia, andai a Vagliadolid, ove appresentai a la sacra maestà de don Carlo, non oro nè argento, ma cose da essere assai apprezzate da un simil signore.


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Relazione del primo viaggio intorno al mondo
di Antonio Pigafetta
Istituto Editoriale Italiano
1956 pagine 131

   





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