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      - Sentimi - gli replicai. - Questo non è un sogno, ma piuttosto una inspirazione divina. Tu sai che sopra al tuo letto è il mezzo della volta, e poiché le volte più massicce non sono mai più grosse di due piedi in mezzo, noi possiamo sfondarla in due ore. Bisogna dunque abbandonare l'idea di forare il muro, poiché ci vorrebbero più di dieci giorni, e forare invece la volta.
      - Non hai torto - mi disse Alfonsi, e cominciò ad ascoltarmi attentamente ed a riflettere, per conto suo, che forando la volta in alto, dove era molto scuro, i carcerieri non vedrebbero e non ci penserebbero. Mi disse però che sarebbe poi stata più grande l'altezza per discendere sulla strada e gli risposi che non importava. Chi scende da una altezza di cinquanta piedi; può ben discendere da una di sessanta; basta che la corda sia più lunga.
      Egli si persuase tanto della bontà dell'idea che saltò giù subito anch'egli dal letto e ci mettemmo tutti e due in ginocchio, in camicia come eravamo, a ringraziare la Provvidenza Divina, cantando insieme il Te Deum sottovoce per non far rumore, perché ci aveva inviato così a proposito un avvertimento salutare.
      Il giorno dopo, di buon mattino, con un manico di scopa misurammo l'altezza della camera e trovammo che era alta diciassette piedi comuni. Per fare un edificio sul quale potessimo salire e toccare la volta e forarla comodamente, pensai di adoperare tutti i mobili che avevamo, cioè i letti, le tavole e le sedie. Presi le misure e trovai che andavano bene. Il modo col quale dovevamo comporre il catafalco era di mettere i due fusti de' letti uno sull'altro, poi, sopra, le due tavole, una accanto all'altra per fare una base sufficiente ad una terza (poiché ne avevamo tre, due per studiare ed una per mangiare) e finalmente mettere su tutto una sedia che arrivava così quasi fino alla volta.


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Le avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma
di Giuseppe Pignata
pagine 170

   





Alfonsi Provvidenza Divina Te Deum