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      Fino dall'origine dell'analisi infinitesimale i Nieuventyt, i Rolle, i Volderi esercitarono la pazienza di un Leibnitz e dei Bornoulli: ed anche a' dì nostri alcuni pure si trovano, i quali si offendono dell'impero, che sui movimenti celesti tiene dopo Newton quella gran legge, che è universale e semplice come la natura; ed anche qualch'altro, che rigetta i luminosi principii posti dal sommo Geometra di Torino al suo calcolo delle funzioni.
      Di tutto il fin qui detto la conseguenza per te consolante, o mio diletto Uranio, è che lo studio delle matematiche considerato in se stesso non può essere pericoloso alla Fede per chi conserva l'ingenuità de' costumi, e la docilità dell'intelletto. Ma se innocenti sono le matematiche, tali non sono tutti quelli che le professano, e le scrivono. Talvolta l'ape ed il serpe suggono lo stesso umore, ma con diversa sorte; chè lo stesso alimento si fa mele nell'una, e tossico nell'altro. Su quella amena via dove or tu corri a gran passi, sonovi delle api che svolazzano sui fiori, ma sonovi ancor delle serpi insidiosamente appiattate. Parliamo più chiaro: in alcuni di que' libri dove tu andrai cercando la scienza, leggonsi pur anco alcune proposizioni, alcuni tratti, che feriscono o apertamente o di nascosto la nostra santissima Fede. Non è mio pensiero il tenerti ora discorso di alcuno di essi, in cui chiaramente si enuncia qualche empia massima, o si attacca di fronte un mistero od un dogma: non è questo il caso di un serpe che insidia il calcagno, ma di una fiera, che in faccia viene all'assalto.


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Lettere scientifiche di Evasio ad Uranio
di Gabrio Piola
Editore Fiaccadori Reggio
1825 pagine 73

   





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