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      Le questioni morali, che interessano l'umanità, se potessero tradursi in calcolo, sarebbero paragonabili ai problemi difficilissimi, che or menzionammo, nei quali la natura delle cose non permette al matematico di nulla frammischiar d'ipotetico. Per recarne un esempio, una probabilità composta, che si esprimesse per delle probabilità semplici sotto una forma di funzione arbitrariamente supposta, ha ben poco con che interessarci, giacchè non sapremmo in qual caso essa si potrebbe verificare: ma la probabilità, con cui riguardare un fatto verisimile riferito da molti testimonii di veracità non assoluta, c'interessa assaissimo, essendo avvenimento, che tuttodì abbiamo famigliare. Questo avvenimento è un fatto, la cui indole nell'ordine delle cose morali è così pronunciata indipendentemente dall'uomo, come nell'ordine delle cose fisiche quella del moto de' pianeti. Per giungere ad esprimerla, dovrebbe il Geometra dapprima escogitare qualche altra più semplice forma di funzione, che dicesse una legge a quella questione conveniente, e così lo introducesse nell'applicazione analitica. Or è questa un'impresa di leggier fatica? Quali mezzi ci metteranno addentro in queste astruse ricerche? Sono tali mezzi in potere dell'uomo? Potrebbero essi essere simili a quelli, coi quali studiamo l'indole dei fenomeni della natura? Questo genere di scoperte, tanto più prezioso di quello delle leggi fisiche, quanto le sue conseguenze interessano più da vicino l'umanità, è esso stato fatto dai geometri specialmente moderni?


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Lettere scientifiche di Evasio ad Uranio
di Gabrio Piola
Editore Fiaccadori Reggio
1825 pagine 73

   





Geometra