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      Però in tal caso non solo la forma dei prodotti, che si assume per esprimere con quegli elementi la probabilità composta, deve dirsi non rigorosamente dimostrata, ma può francamente asserirsi falsa. Il volere sostener una forma, mentre alcuni casi la proclamano erronea, è un volere volontariamente esporsi all'inganno: è un deviare dalle regole e dal costume tenuto nelle altre parti delle matematiche miste. Se si fosse dato un solo caso ben provato, in cui la legge Newtoniana avesse condotto in contraddizione col fatto intorno a qualche punto della teorica dei pianeti, pensi tu, che quella legge sarebbe ancora regolatrice di tutti i moti celesti? Fuvvi un momento, in cui si credette dietro i calcoli di tre grandi geometri di averla colta in difetto intorno al movimento dell'apogeo lunare: l'obbiezione fu solennemente annunziata in una seduta dell'Accademia Francese, e già i Cartesiani ne trionfavano, sperando di veder crollare su tutti i punti il sistema dell'attrazione; e certamente le loro speranze erano ragionevoli, se fosse stato vero quel mancamento; e intanto andarono a vuoto, in quanto che la rettificazione dei calcoli eliminando quell'obbiezione, la volse in cambio in novella prova.
      Rimane ad esaminare, se sarà mai possibile l'avere dei mezzi, onde rinvenire quelle forme finora da me combattute, che esprimano una legge in quelle questioni morali, la cui natura sussiste indipendentemente dall'uomo. Per quanto si estende la veduta del mio intelletto, parmi di poter asserire, che tali mezzi non mai si ritroveranno: sì perchè l'indole degli elementi, di cui quelle sono composte, ripugna coll'indole delle cose, ove non è quantità: sì perchè, supposta ancora, ciò ch'io non credo, la loro possibilità, non potrebbero i mezzi per ritrovarle essere confrontabili con quelli, che si adoperano per le leggi fisiche.


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Lettere scientifiche di Evasio ad Uranio
di Gabrio Piola
Editore Fiaccadori Reggio
1825 pagine 73

   





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