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      Per esserne accertati, si provi a immaginarsi per un istante che cosa sarebbe la terra, se la sua superficie fosse tutta eguale e regolare. Si vedrą, che invece di queste graziose colline, donde scorrono pure acque a mantenere la verzura; di queste campagne floride ed ubertose, ove gli animali e le piante trovano il loro sostentamento, un tristo immenso oceano coprirebbe l'intero globo, nč resterebbe alla terra fra gli attributi suoi, che quello di essere un pianeta oscuro, abbandonato, e al pił destinato all'abitazione dei pesci. Tocca il grande istorico della natura in queste parole la stupenda diramazione delle acque apportatrici della feconditą nei terreni: il quale argomento merita un breve cenno di speciale considerazione. Da una fonte, che sgorga fra le fenditure di una rupe, formasi un ruscello, e poscia un fiume e talvolta un lago; quanti giri tortuosi fa sulle prime quell'onda, che scende da pił clivi e si rompe fra molti sassi! quasi diremmo, ch'essa va a disperdersi senza legge; eppure s'indirizza ad un alveo determinato. Nel corso di questo fiume in pił luoghi da lui si derivano nuovi rigagnoli, che divisi e suddivisi si piegano e s'intrecciano sopra il terreno a similitudine di un sistema di vene e d'arterie in un corpo. E siccome l'arte s'accoppia colla natura: ecco talvolta i zampilli di quelle acque che s'alzano e formano le fontane: ecco l'amenitą di qualche larga e fragorosa loro caduta: in un luogo esse profonde e tranquille sostengono le cariche navi: in un altro ristrette e precipitose danno moto a svariatissime macchine.


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Lettere scientifiche di Evasio ad Uranio
di Gabrio Piola
Editore Fiaccadori Reggio
1825 pagine 73