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      Di tanto movimento, e di tanta vita semplicissimo è il principio: pose il Creatore le scaturigini de' fiumi più alte del loro livello nelle pianure. Tanto è vero, che nell'esaminare con attenzione qualche apparente disordine nella natura, si trova sovente, ch'esso altro non è, se non un ordine più elevato e nascosto.
      Dal moto delle acque ne' grandi ricettacoli passiamo al moto di que' fluidi tenuissimi, che ci vengono scoperti dai forti microscopi. Ogni gambo, ogni foglia di que' tanti vegetabili, che in questo terzo giorno con sì gran pompa apparvero sulla faccia della terra, contiene ne' suoi filamenti i canaletti, che conducono i vitali umori; altra maraviglia nelle varietà di quelle forze, che decomponendo la luce alla loro superficie producono il bianco del giglio, il vermiglio della rosa, il cilestro della viola. Siami qui permesso inserire un nobile passo di reputato scrittore (Pluche histoire du ciel. T. 2). "La filosofia, che ritorna finalmente in lega colla fisica di Mosè qualora trattisi di spiegar l'organizzazione di un grano di miglio, ritornerà, come io spero, alla fisica medesima, cioè alle volontà speciali del Creatore, per rendere ragione della struttura della terra, e della sua corrispondenza con tutte le parti dell'universo. È cosa strana, che si stia ancora in forse su questo proposito, e che si rompano i moderni filosofi il capo con lunghi calcoli per distillare da qualche ipotesi di moto, o d'attrazione la causa, la quale ha fatto che il sole occupi il centro del sistema planetario; la quale ha provveduta la terra di un grande specchio atto a perpetuare in essa la luce del sole in tempo di notte: e la quale ha corredato Saturno di un cerchio luminoso.


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Lettere scientifiche di Evasio ad Uranio
di Gabrio Piola
Editore Fiaccadori Reggio
1825 pagine 73

   





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