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      Se si esclude la prima ipotesi, come potrà spiegarsi il fatto significantissimo della tradizione di Amore e Psiche, di Ercole, di Alcmena, di Polifemo e di altri miti in popoli come i Malesi, i Laponi, i Samojedi, i Calmucchi? Come spiegare che del mito di Perseo se ne trova memoria presso le genti finniche?92 e che il racconto erodoteo dell'architetto Rampsinit che invola il tesoro del Re si trovi quasi colle stesse parole di Erodoto presso popoli digiuni affatto d'istruzione e di libri? Io non mi estenderò sulle prove di questo fatto; chi conosce la storia dei libri indiani di novelle a cominciare dal citato Panschatantra, che è il più antico, e le versioni tanto orientali quanto occidentali che ne sono state fatte, amplificazioni, riduzioni, ricompilazioni93; seguendo nel popolo le novelle che esso racconta, potrà di leggieri confermarsi di ciò che qui brevemente annunzio. Mi sia lecito, nondimeno, di recare un esempio.
      Raccontano le nostre donne che Giufà, lo sciocco leggendario a cui si attribuiscono tutte le scempiaggini tradizionali che il popolo ha bisogno di personificare in un uomo, una volta andò a ricorrere al giudice perchè le mosche osavano molestarlo. Il giudice non sapendo che si fare gli ordinò che dove vedesse mosche le uccidesse. Intanto una mosca venne a posarsi sulla sua fronte e Giufà pronto al consiglio, diede un pugno sì forte sulla testa del giudice che gliela ruppe94.
      Questo aneddoto, che è una capestreria qualunque, non è in Sicilia soltanto.
      In Toscana corre suppergiù nella stessa maniera.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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