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      V'è un genio che veglia su lui, una forza superiore, un talismano che lo sostiene. Eccolo pertanto in viaggio, sia che l'amore di figlio lo spinga alla ricerca d'un'acqua prodigiosa e salutare per la madre, il cui nuovo illecito amante temendo del forte figliastro la eccita a sbrigarsene mandandolo a pericolosi passi; sia che la sventura lo condanni a una vita nomade.
      Ed eccolo entrare in una città, tutta vestita a nere gramaglie per una grave sventura che ha colpita la Corte. Un serpente, un drago che sia, infesta tutto il regno, unica salute una ragazza da offerirglisi in pasto ogni anno presa a sorte da tutte le vergini dello Stato. Così s'è fatto per altri anni, e la città è rimasa libera. Quest'anno la sorte è toccata alla povera principessa reale, e non v'è persona che non pianga. Il povero padre promette la figlia in isposa a chi andrà a combattere e ad uccidere il mostro. Il giovane non cercando dell'altro si reca immantinente sul luogo, affronta il terribile, il formidabile drago e non senza grave fatica lo uccide146.
      Se non questo nella stessa novella, altro giovane in altre novelle, avente però lo stesso carattere e il medesimo tipo, parte per la ricerca di bellezze e di meraviglie incantate in un orto; i pericoli che deve incontrare son più che gravi; ma non ha egli i consigli delle sue benamate fate? non vi sono i tre romiti, che l'uno appresso dell'altro, tre giorni di seguito, lo consigliano e lo aiutano? L'ultimo gli ha aperto il modo che egli deve tenere entrando.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





Corte Stato