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      e) La r si trova inserita in gersuminu (arab. jâsamûn), jinestra (genista), trisoru (thesaurus), truniari (tonare), trumma (tosc. tromba, forse da tuba).
      f) sparisce la r in crivu (cribrum), 'n susu (in sursum), ghiusu (deorsum) ed anche ghiu274, prua (prora, franc. proue).
     
      Osservazioni generali
     
      1. Proprietà caratteristica del dialetto siciliano è anzitutto il predominio delle vocali. Il dittongamento invece dell'e e dell'u in ie e uo ha luogo tanto nella sillaba aperta come nel toscano, quanto nella sillaba chiusa come nel napolitano.
      2. Sotto le vocali pure predominano anche a, i, u, mentre l'a originaria resta; e ed o in principio e in mezzo in generale (eccettuando le brevi e le in-posizione) alla fine vengono senza eccezione mutate in i ed u, così che le voci siciliane escono in a, i, u.
      3. In principio il siciliano, pari al napolitano, ha allo spesso un'a in posizione, la quale per lo più si può ricondurre alla preposizione ad, spesso però viene trasportata senza modificazione di significato. La i in principio di parola si perde generalmente parlando nella preposizione.
      4. Per ciò che riguarda le consonanti, il siciliano segue la regola generale romana, secondo la quale in principio resta la tenue, e nel mezzo viene indebolita la media. (Per le eccezioni vedi le consonanti). Le consonanti finali mancano.
      5. Non di rado invece si trova il raddoppiamento delle consonanti dopo vocale accentata, però non così frequentemente come nel napolitano.
      6. È proprio del siciliano come del napolitano soprattutto lo scansamento della pronunzia schiacciata della j (gi), e dalla c (ci), la quale spesso prende il suono sibilante acuto (z invece di cci, zz per cci).


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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