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      Mi fermo pertanto a queste sole offerendo nuovi documenti ad altre osservazioni nelle pagine che seguono, nelle quali non perdendo di vista lo scopo per cui esse sono scritte, quello cioè di agevolare la intelligenza e lo studio del siciliano in generale e dei miei testi in particolare, ho messo insieme e senza le distinzioni che si vogliono in lavori compiuti quanto mi è riuscito di raccogliere intorno alla teoria sia delle flessioni e della formazione delle parole (ciò che costituisce due altre parti di morfologia), sia della concordanza e subordinazione delle parole stesse, che è la sintassi propriamente detta.
     
      Riassunto
     
      Dalle cose fin qui discorse appaiono evidenti alcune proprietà caratteristiche de' sotto-dialetti e parlate della Sicilia. Tra le quali vuolsi particolarmente segnalare:
      1. Le varie e differenti amplificazioni (mi si lascino dire così per risparmio di spiegazioni) delle vocali a, e, o in posizione, in S. Caterina, S. Cataldo, Palermo (Kalsa) ed aggiungo anche in Capaci e Bompietro.
      2. Il passaggio dell'a in posizione nella e, in Novara (femi famem, sentu sanctus);
      3. La conservazione ?) della b e della d nel Messinese (boscu, barberi, randi, scindiri); ?) della l in Vallelunga (Salvaturi, 'nglisi).
      4. La scomparsa della g nella sillaba gr in principio e nel mezzo di parola nel Palermitano, in parte del Messinese ecc. ('ranni, 'ranfa, si'retu, si'ritariu);
      5. Il rafforzamento della j quando è seguita da vocale, in Noto (ghiudici, ghiustu), ciò che qualche volta ha luogo in Palermo.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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