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      Per la virtù del latte vedi Lu Sirpenti, ove il re serpente per non riuscire venefico è messo in un tino di latte.
      L'ultima parte confronta con Rosamarina.
      Il conciliabolo de' demoni sotto l'albero nel bosco richiama all'altro simile cui assiste in silenzio Petru lu massariotu mentre viaggia per andare a giocare colla principessa reale di Spagna. Nella Novellaja milanese dell'Imbriani, n. X, mentre una donna è nascosta in un albero, vengon le fate dicendo tra loro che v'è malata grave la figlia del re, che però potrà guarire con tre gocce d'acqua della fontana vicina; la donna fa tutto, il giorno appresso; e la figlia del re guarisce. — Nella stessa raccolta n. XXIV, El pegorée, un pecoraio povero si rifugia sopra un'albero; le fate dicono che hanno fatata la principessa reale, e guarirà colla tal'acqua. Il pecoraio va e la guarisce. Questi dialoghi di streghe sotto gli alberi sono, del resto, comuni. Si ricordi il famoso Noce di Benevento, di cui è un lungo ragionamento nella Ricreazione de' curiosi espressa nell'Istoria moltiplice, descritta e ponderata dall'ab. D. Diego Zunica, p. II, pag. 140-156 (in Napoli MDCCXIX); e una memoria ne' Dialetti, Costumi e Tradizioni nelle provincie di Bergamo e di Brescia studiati da Gabriele Rosa. 2a ediz. (Bergamo Pagnoncelli, MDCCCLVII); § Costumi. e nei Cenni sulle credenze e sui costumi del popolo calabrese di Raffaele Capalbo, cap. V, (Venezia, nel giornale La Scena, an. IX, n. 15, 7 sett. 1871).
      XXXIX.
     
      Rusina 'Mperatrici.
      'Na vota s'arriccunta ca cc'era un mircanti, e stu mircanti avia tri figghi fimmini: la cchiù nica era la megghiu di tutti e si chiamava Rusina; ma li so' soru la chiamavanu «muzzu di stadda», e cci facianu sempri mali disprezzi1294. Càdinu 'n vascia furtuna, e lu patri si ritirau cu tutti tri 'nta la campagna.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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