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      » — «Ah, dici lu Riuzzu, becca-fujuta! tu sa' parrari! M'ha' fattu mòriri tri mugghieri senza 'na caciuni, e tu sa' parrari: ora ti spusu.»
      E allura si la spusau, pirchì la vulia beni assai, e tutta la casa la vulianu cchiù beni di la vavaredda di l'occhi soi(263). Cci fici 'na sburduta, pirchì cci avia fattu mòriri tri mugghieri, ma si la spusau, cà era bedda comu lu Suli, cu 'na trizza come l'oru. Ma idda facia ddi cosi, cà era fata. Si maritaru, e si guderu filici e cuntenti, e nu' ccà senza nenti.
      Borgetto(264).
     
      VARIANTI E RISCONTRI
     
      Tò patri è Suli, tò matri è Luna (Polizzi-Generosa)
     
      Una vecchia che avea voluto comprare con cinque grani (centesimi 10 di lira) molte cose di valore e ne avea avuto batoste dai mercanti, comprò tre pope, e le mise al balcone. Se ne innamorò il figlio del re e ne volle una in moglie, dopo d'aver gettato argento alla prima, oro alla seconda, perle alla terza. La popa non volle vederlo mai dopo sposata. Egli la punì lasciandola sola in un quartiere, e mandandole colà il cibo. Ella cuce e perde il ditale; si rompe un dito, e il dito glielo va a prendere. Un servo racconta questo al principe già riammogliato. La nuova moglie per mostrarsi buona anche lei a questo, si rompe il dito, ma muore. La popa al secondo giorno mette le mani in una padella con olio bollente, e forma cinque pesci, che manda subito al principe. La seconda moglie vuol fare altrettanto, e ne muore. La popa, al terzo giorno riscalda un forno, vi si mette e chiude dentro, e ne esce con sette lagrime, che poi formano sette schiacciate, le quali ella manda pure al principe.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrè
pagine 388

   





Riuzzu Suli Suli Luna Polizzi-Generosa