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      Per disincantarlo, ella andò a stare un anno, un mese e un giorno su d'una montagna al solleone e alla pioggia: tanto che divenne nera, e il principe, disincantato, la sputò. Povera in canna venne donata da tre fate, della bellezza, di un palazzo splendidamente addobbato di fronte a quello del re, e di una verga fatata. La principessa va ad abitare il palazzo; e succede quel che nella versione palermitana; se non che da ultimo ella passa sopra un suolo di cotone, e va a visitare il principe moribondo per lei: e lo sputa com'egli avea sputato lei.
     
      L'Aceddu 'ncantatu (Casteltermini).
     
      Una principessa reale pettinandosi, per tre giorni di seguito fu sorpresa da un uccello che le rapì il laccio della intrecciatura, il pettine ecc; ond'ella s'immalinconì e non rise mai più. Un bando reale promise largo premio a chi la farebbe ridere. Una vecchia andando per via incontrò un carro di canne, ne toccò una e fu picchiata. Tenne dietro al carro, e giunse a un palazzo ove quel che ella toccava battevala. Finalmente vide un uccello mutarsi in un bellissimo giovane che baciava e ribaciava il pettine, la intrecciatura, ecc. e si spirava dal desiderio dell'amata principessa. La vecchia, difilato, andò a raccontar tutto alla ragazza, la quale accertatasi del fatto si giurò fede col principe fatato, e per disincantarlo andò a stare un anno, un mese e un giorno sopra una montagna. Torna colla vecchia; il principe disincantato vistala divenuta nera la rifiutò, e tornò al suo Regno. La ragazza va a fabbricarsi un palazzo davanti il suo.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrè
pagine 388

   





Aceddu Casteltermini Regno