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      (12) Banientu, in Trapani bonaientu, altrove bonajenti, s. m. sing., uomo, buon uomo; nel 1o caso equivale a cristianu (Vedi vol. I, pag. 152, nota 2, e pag. 365, nota 2 [note 859 e 1338 nell’edizione elettronica Manuzio]).
      (13) Gli occhi gli si sbudellarono tutti, gli schizzarono fuori.
      (14) Vara, s. m. plur. di varu, marinaio, pescatore. Verrebbe da varari?
      (15) Il mare, dal tanto sangue del diavolo, divenne rosso.
      (16) E finì la novella.
      (17) Il cespuglio della rapa selvatica.
      (18) Tutta la campagna era (netta) come un cocuzzolo senza capelli, senza neppure un cavolo (selvatico), senza un finocchio, senza una bietola.
      (19) Amari, add., abbattuto, amareggiato, doloroso.
      (20) E non ci riesce.
      (21) A tira tu ecc. a far a tira tira.
      (22) Da questo buco esce come un sacco nero d'albagio.
      (23) Puddicinu, pulcino.
      (24) Scattivari, liberare, far uscir dalla cattività.
      (25) 'Ncugnaru tutti, si avvicinarono tutti (i pulcini) a lui, al padre di Vincenzo, che era andato a prendere il figlio e dovea indovinarlo tra' tanti pulcini bianchi.
      (26) Ti jùnciu, ti raggiungo, te la farò pagar cara.
      (27) Ma' tronco da matri, madre.
      (28) E cominciò a prender lepri e conigli a più non posso.
      (29) Non me ne potrei privar davvero.
      (30) Mi dieno, che me lo paghino.
      (31) Tini', prendete.
      (32) A lu stracoddu, fuori di vista, dietro i colli.
      (33) Pochi giorni.
      (34) Franco (senza) il capestro. Intendi che il capestro non dovea esser venduto perchè era fatato, e solamente togliendolo potea sperare il giovane mutato in cavallo di ridiventare uomo.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrè
pagine 388

   





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