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      (52) Passari di Porta di Crastu, frase molto comune nella prov. di Palermo per significare esser cornuto, aver fatte le corna ecc. Porta di Castro č una porta della cittą di Palermo verso occidente, sormontata da un arco fatto alzare dal Vicerč De Castro. Per essa si entrano e si marcano (abbullanu) becchi, capretti, agnelli, castrati ecc. che devono vendersi in cittą. Vedi PITRČ Canti popol. sicil., vol. II, pag. 39I, nota 1. La nostra novellatrice vuol dire che la moglie di Virgillo facea molto spesso le corna al marito.
      I marinai siciliani invece della suddetta frase ne adoperano una del loro mestiere, ed č: armari a ciucitta, che vale appunto far becco, far cornuto; e lo dicono figur. perchč i pennoni messi in crocitta somigliano ad alte e lunghe corna.
      (53) Che vogliono (o signori) che io dica? soffri oggi, soffri domani, alla fine si perde la pazienza. (Mąncianu qui pruriscono, ed č detto ellitticamente delle corna e di certe cose non buone a ricordare).
      (54) Malagigi, capo della magia; personaggio che il popolo dice e rappresenta magro e stecchito, vestito a nero, con lunga giubba, e cappello a spicchi schiacciato, verga alle mani, faciente circoli, ecc. Nella nostra novella, per invocare gli spiriti egli cavalca la scopa; gira arcolai (animmuli) e pronunzia parole inintelligibili e strane.
      (55) Tre spiriti (vengano) appresso di me.
      (56) Duminķa, domina. Č caratteristica in siciliano la forma della voce della 3. pers sing. del pres. di alcuni verbi, che di breve si muta in lunga; allumģna per allłmina, sazzķa per sązia, licenzķa per licčnzia (congeda) 'ncurpłra per 'ncņrpura (incorpora).


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrč
pagine 388

   





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