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      Fari ligna a malu voscu, lett., far legna a cattivo bosco; e fig. apporsi male consigliarsi male ecc.
      (100) Si solleva la lapida, si alza la madre e le dice: La colpa è tua, figliuola mia, che comperasti (a tanto prezzo) la benevolenza (di questa tua matrigna).
      (101) Mettiti un grembiale davanti.
      (102) La madrigna si sentì venire un'uggia, un increscimento straordinario. (Preso figur. dagli effetti che la nebbia produce in noi.)
      (103) Dumannari minna, dimandar latte (minna, mammella).
      (104) Virina, s. f. tutto il corpo della mammella, la glandola.
      (105) Comu tu arrivi ecc. Appena tu giungi, fatti portare una mezzina piena di latte con un tubicino che termina a forma di poppatoio di latta; questo poppatoio te l'applichi alla mammella, e lo dai in bocca al serpente; e non aver paura.
      (106) Il serpente s'afferrò (colla bocca al poppatoio) e dàlli e dàlli! a succhiare.
      (107) Friquintavanu, qui proseguivano, tornavano.
      (108) Venite qua (dice la madrigna di Rosina al banditore); prendetevela (Rosina); essa lo tirò (il serpente, quando esso venne in luce), essa lo allattò, ed essa se l'ha a prendere (in isposo).
      (109) Quando sarà ora d'andare a letto, di' alle dame di corte che (non hai bisogno di loro per isvestirti) ti spogli da te sola. Vedi vol. I, pag. 43 n. 6.
      (110) Con queste forme ellittiche la novellatrice riassume tutto il dialogo tra il serpente e Rosina.
      (111) Ca si pìpiti, ecc. che se fiati (parli appena) con alcuno (di questo fatto), ci perdi il marito; e allora solo potrai trovarmi, quando mi cercherai tra fiabe e novelle.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrè
pagine 388

   





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