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      E qui nasce la miglior canfora del mondo, che vi si vende a peso con oro. No ànno grano, ma manucano riso; vino ànno degli àlbori ch'abiamo detto di sopra. Qui à una grande maraviglia, che ci àn farina d'àlbori, che sono àlbori grossi e ànno la buccia sottile, e sono tutti pieni dentro di farina; e di quella farin[a] si fa molti mangiar di pasta e buoni, ed io piú volte ne mangiai.
      Or abiamo contato di questi reami; degli altri di quest'isola non contiamo, però che noi non vi fummo, e però vi conterò d'un'altra isola molto piccola, che si chiama Nenispela.
     
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      Dell'isola di Neguveran.
     
      Quando l'uomo si parte di Iava e del reame di La(n)bri e va per tramontana 150 miglia, sí truova le due isole: l'una si chiama Neguveran. E in quest'isola no à re; e sono come bestie, e vanno tutti ignudi e non si cuoprono nulla. E' sono idoli. E tutti lor boschi sono d'àlbori di grande valuta, cioè sandoli, noci d'India, gherofali e berci e molti altre buoni àlbori.
      Altro non v'à da ricordare; però ci partiremo, e diròvi de l'altra isola ch'à nome A(n)gaman.
     
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      Dell'isola d'Angaman.
     
      Angaman è un'isola, e no ànno re. E' sono idoli, e sono come bestie salvatiche. E tutti quelli di quest'isola ànno lo capo come di cane e denti e naso come di grandi mastini. Egli ànno molte spezie. E' sono mala gente e mangiano tutti gli uomini che posson pigliare, fuori quelli di quella contrada. Lor vivande son latte, riso e carne d'ogne fatta; e ànno frutti diversi da' nostri.
      Or ci partiremo di qui, e dirén d'un'altr'isola chiamata Seillan.


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Il Milione
di Marco Polo
pagine 200

   





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