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      Qui si conciano molte cuoia di becco e di bue e d'unicorni e d'altre bestie, e fassine grandi mercatantie e forniscosene molte contrade.
      Partimoci di qui, andamone in una contrada che si chiama Tana.
     
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      Del reame della Tana.
     
      Tana è anche uno grande reame, e sono simiglianti a questi di sopra, ed ànno anche loro re. Qui non à spezie, àcci incenso, ma non è bianco, anzi è bruno, e fassine grande mercatantia. Qui si à bucherame e bambagia assai. Li mercatanti recano qui oro e ariento, rame e di quelle cose di che vi bisogna, e portane delle loro.
      Ancora escono di qui molti corsari per mare, e fanno grande danno a' mercatanti; e questo è per la volontà del loro segnore. E fa il re questo patto con loro, che li corsari li danno tutti li cavalli che pigliano, ché molti vi ne passano, perciò che in India si ne fa grande mercatantia, sicché poche navi vanno per l'India che no menino cavagli; e tutte l'altre cose sono de li corsali.
      Or ci partiamo di qui, ed andiamo in una contra(da) che si chiama Canbaet.
     
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      Del reame di Canbaet.
     
      Canbaet si è ancora un altro grande reame, ed è simile a questo di sopra, salvo che non ci à corsali né male genti. Vivono di mercatantia e d'arti, e sono buona gente. Ed è verso il ponente, e vedesi meglio la tramontana.
      Altro non ci è che ci sia da ricordare. Diròvi d'un [reame] ch'à nome Chesmancora.
     
      183
      Dello reame di Chesmancora.
     
      C(h)esmancora è uno reame ch'ànno loro re e divisato linguaggio; ed anche sono idolatri; ed è reame di molte mercatantie. E' vivono di riso e di carne e di latte.


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Il Milione
di Marco Polo
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