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      Pasquale Paoli esigliò in Inghilterra nel 1769 e Sampieri trovò una morte gloriosa sui campi di battaglia.
      Il conte milanese morendo abbandonava per sempre una moglie adorata e due figli ancor di giovane età; Renato ed Alberto.
      Renato il maggiore contava all'incirca diciott'anni.
      Di carattere dolce, d'indole mite egli era la delizia della madre sua; amante della pace e d'una vita tranquilla non poteva comprendere come suo padre avesse volontariamente corsi tanti pericoli - morendo vittima del suo coraggio.
      Guai se il destino provava con fortunosi avvenimenti quella debole natura; simile alla canna del deserto si sarebbe spezzata al primo vento che l'avvolgeva ne' suoi turbini.
      Adorava sua madre per un forte bisogno d'essere amato, divideva seco lei le sue gioje, versava sul di lei seno le sue lagrime - non volendo conoscere altri piaceri che quelli dello studio, altre affezioni che quelle pure, ineffabili della famiglia.
      Alberto invece era l'antitesi del fratello.
      D'animo virile, di natura energica, inquieta, attiva, possedeva tali qualità che ben regolate l'avrebbero fatto degno del nome di suo padre, ma che invece il mal'esempio di cattivi compagni le guastò.
      Trascurava gli studi per la ginnastica, la scherma ed il cavallo e crescendo di forze crescevano in lui i germi della corruzione.
      Troppo debole era il freno che poteva imporgli la madre perchè egli non lo rompesse e si facesse arbitro delle sue azioni.
      Passarono otto anni.
      La vedova contessa Sampieri affranta dalle infermità d'una costituzione viziosa rendeva santamente l'anima a Dio.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





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