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      S'immagini adunque come dovrà restare il nostro polacco allorquando saprà che quel fiore ch'egli non seppe cogliere ornò il petto d'un altro più felice mortale, lasciandovi tutti i tesori de' suoi olezzanti profumi.
      - Sta bene, esclamò il conte con soddisfazione; gli proveremo che le nostre donne le sappiamo tener per noi.
      - E che volere è potere.
      - Adunque la cosa è combinata, proseguì Sampieri col tuono di chi non ammette repliche. Sabato alle due di notte la fanciulla nel mio castello di Magenta, qualunque sieno i mezzi, anche i meno prudenti. Guai s'io dovessi attenderla invano....
      E gli occhi del conte ebbero un lampo terribile.
      - Per tutti i diavoli dell'inferno, signor padrone, ella sarà ubbidito, o ch'io non son più Marco.
     
     
     
      CAPITOLO IV.
     
      Se Giuda pel suo tradimento fu tormentatosettanta volte, tu lo sarai
      settanta volte sette.
     
      GUERRAZZI.
     
      Aspettato con ansia indicibile dal conte Alberto Sampieri, arrivò finalmente quel sabato fatale che doveva portare la disperazione nel cuore d'una povera creatura.
      Sono appena suonate lo undici e mezza di notte; le stelle brillano sul firmamento; solo un grosso nuvolone contende il luminoso cammino della luna, nascondendone di tanto in tanto i pallidi raggi.
      Le vie di Milano incominciano già a farsi deserte, le botteghe si chiudono con alternato battere d'imposte, i pubblici convegni scioglionsi a poco a poco, ed il buio della notte avvolgendo l'intera città nel suo manto tenebroso, sembra tutti invitare ad un dolce e tranquillo riposo.
      Una carrozza signorile, trascinata da due vigorosi destrieri, cui esperto cocchiere mal frena gl'impetuosi slanci, muove da Porta Tosa, e percorrendo la via del Durino e attraversando il corso di Porta Renza(2), entra nella via di S. Paolo.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





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