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      Oh le infami seduzioni del mondo... oh il mio onore perduto.
      - Voi con potete comprendere, disse Gervaso, le traccie indelebili che lasciano le passioni in quel cuore ardente. Essa ama quell'uomo e lui è ricco, è nobile capite, non potrà mai farla sua. Erminia io la conosco, soccombe ma non dimentica...
      - Oh perdono, perdono, supplicava la Direttrice, la mia colpa fu una troppo cieca fiducia nella lealtà degli uomini... povera Erminia.
      - Lascerà oggi stesso il collegio, io la restituirò a sua madre.
      - Ma le tacete per carità questo orribile avvenimento, sarebbe troppo dolore per quell'ottima donna.
      - Ella non saprà nulla, disse Gervaso minaccioso, ma il mondo deve conoscere in qual modo corrispondete alla fiducia che si ripone in voi, deve conoscere che cosa fate di quelle innocenti che vengono alle vostre cure, al vostro onore confidate.
      - Oh no, fui vittima anch'io d'una inaudita perfidia; non crollate con uno scandalo quell'edificio di stima che mi costò così tante fatiche. Non sapete che cosa sia la riputazione per una donna! Eppoi palesando la mia inavvedutezza voi autorizzate la maldicenza a fabbricare sul conto di Erminia chissà quale trama di false supposizioni...
      - È vero, è vero, mormorava il vecchio soprafatto dall'angoscioso pensiero; ed ora dov'è dessa?
      - L'ho lasciata nel mio gabinetto, era pallida e piangente.
      - Povero angelo!
      Mezz'ora dopo papà Gervaso ed Erminia muti e tristi percorrevano in vettura la strada che da Monza conduce a Milano.
     
     
     
      CAPITOLO VIII.
     
      Quando sincero-nasce in un core


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





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