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      - È impossibile, è impossibile.
      Indi dopo un istante di silenzio, visibilmente commosso aggiunse rivolgendosi a Flavio.
      - Ho conosciuto diciott'anni or sono un conte Renato Sampieri che abitava sul corso di Porta Tosa...
      - Era mio padre! interruppe il giovane.
      Il vecchio lo fissò con uno sguardo lungo, tenero, affettuoso e continuò:
      - Aveva un fratello per nome Alberto.
      - Mio zio!
      - Che fu la ruina di quella povera famiglia.
      - Pur troppo.
      - Sì, perchè un giorno questo Alberto Sampieri giovine depravato e senza costumi assassinò un ufficiale tedesco nelle vicinanze del suo castello di Magenta. Gli vennero confiscati i beni e condannato a morte, ma riuscì porsi in salvo in paesi stranieri. Allora per inaudita ingiustizia si dannò pure all'esiglio il conte Renato reo soltanto d'essere fratello all'assassino.
      - È vero.
      - Renato senza mezzi di fortuna, che tutte le sue ricchezze erano passate nelle avide casse del dispotico governo, si recò in Ispagna colla giovine moglie ed un bambino ch'essi adoravano. Ma le incresciose peripezie dell'esilio trassero il povero conte ad una morte immatura.
      - No, v'ingannate, esclamò Flavio commosso ad un tempo e sorridente, voi pure versate in un errore che noi trovammo con gran sorpresa assai diffuso al nostro ritorno in patria. Chi ho perduto in Ispagna nei tristi anni dell'esilio fu mia madre... eterno riposo a quella santa donna! Mio padre seppe con forte animo sopportare l'immeritata punizione; io bambino ancora m'avvezzai al dolore ed ingrandii rassegnato.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





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