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      - Questo secolo e i tre seguenti furono in fatti quegli della sua maggior potenza: e sotto il governo della dinastia di Ming, la quale regnò allora, la civiltà cinese si manifestò in tutta la sua pienezza. Gli antichi costumi e le antiche virtù tornarono a fiorire in mezzo a tutto quello che le lettere, le scienze, le industrie, le arti avevano saputo creare, durante i 4000 anni di vita avventurosa della nazione cinese.
      Se volgessimo ora lo sguardo alle scienze, alle lettere, alle industrie, e agli altri rami di cultura che formano l’odierna civiltà della Cina, noi riscontreremmo quello stesso lento ma continuo avanzamento, che abbiamo osservato nello svolgersi e nello accrescersi della nazione. Non possiamo qui seguire siffatto progresso, e far conoscere i varj gradi di questo incivilimento; ma la storia che se ne potrebbe fare, mostrerebbe che ogni secolo ha lasciato nella società cinese il frutto della sua attività.
      Ecco dunque un popolo che presso noi occidentali ha fama d’immobile, il quale è oramai quarantacinque secoli che cammina. È una via molto diversa dalla nostra quella che percorse; ma non pertanto ha progredito acquistando e mantenendo l’acquistato. [12] Ha proceduto con lentezza; ma non si è mai fermato per distruggersi o trasformarsi.
      Distruggersi o trasformarsi: ecco il destino di tutte le civiltà di origine ariana. Se noi infatti osserviamo le diverse società nate da quella schiatta, noteremo che, dopo aver esse fatto un certo corso, dopo esser giunte a un certo punto della loro vita, comincia nel loro seno un lavorìo il quale sembra in apparenza tendere a progresso, ma che in realtà conduce quasi sempre alla dissoluzione delle società stesse.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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