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      Tuttavia si parla di continuo e della storia dell’umanità, e delle credenze filosofiche e religiose dell’umanità; quando la storia, il pensiero, la fede di quasi un quarto dell’uman genere, che rappresenta mezza l’umanità incivilita, ci sono quasi ignoti.
      Ma la scienza cinese, si dirà, è un ammasso di spropositi. Questo non so; ma ammettiamo che sia come si dice; e non se n’ha per questo a far la storia? Le nostre vecchie scienze: la fisica, la medicina, la storia naturale, la cosmografia, di tempi non troppo lontani dai nostri, valevano forse molto di più? Nonpertanto la storia di queste scienze è di un’utilità indubitabile, affine di conoscere per quali gradi ha dovuto passare lo spirito umano, prima d’arrivare a quelle dottrine, le quali si tengono oggi per vere. Nella storia del pensiero umano certo gli errori e i sogni abbondano; ma non solo in Cina, da per tutto. E se si dovesse scrivere soltanto la storia delle verità, che sono uscite dal povero cervello dell’uomo, ci sarebbe da vedere un ben magro volume.
      Ma un’altra obbiezione di maggior momento accadrà di fare; tutto questo materiale del quale giova valersi, come s’è detto, per compiere la storia dell’umano incivilimento, tutta questa vasta letteratura, di cui [22] ho procurato farvi intendere il valore, è in una lingua alla portata di pochi; e che pochissimi poi conoscono tanto bene, da potere con mano sicura frugare in quella gran miniera, senza pericolo di prendere ciottoli per oro schietto. Non è quindi da fare le meraviglie, se i dotti d’Europa, che non hanno obbligo di sapere il cinese, non hanno messo fin qui a profitto la maggior parte delle ricchezze letterarie della Cina.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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