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      Io non so dire quanto ci sia di vero o di fantastico nelle profezie di alcuni sociologi ed economisti, circa quest’invasione mongolica; perciò lasciando da parte le supposizioni e le ipotesi, e traendo profitto dalle cose dette, mi sembra potere asserire, che soltanto per quel timore che ha saputo ispirare tra noi, e pei motivi che lo ispirarono, la Cina, pur non [42] tenendo conto d’altre considerazioni,(16) è la più degna di venire annoverata tra le nazioni civili, subito dopo l’Occidente; poichè nè i popoli musulmani, nè l’India, che le si vollero anteporre, sarebbero in grado di destare timori di siffatto genere.
      Modificata in tal modo la classificazione, che il Littré ha tracciata delle varie civiltà dei popoli, verrebbesi ad avere l’ordinamento seguente: - Dapprima le nazioni europee e quelle che ne provengono; in secondo luogo i Cinesi e i Giapponesi; in terzo luogo i Popoli musulmani, gl’indiani e i Persiani: in quarto luogo le popolazioni incivilite dal buddismo, come i Cambogiani, i Siamesi, i Peguani, i Birmani, i Singalesi, i Tibetani; poi i Tartari e i Mongoli [43] dell’Asia centrale; poi i Malesi; ed in ultimo i Pelli rosse, i Negri e tutto il resto del mondo selvaggio.
      Non credo che nè storici nè filosofi siano d’accordo nel saperci dire quel che si debba veramente intendere per civiltà, e quando cominci un popolo a doversi chiamare civile: nessuna delle molte definizioni della civiltà è riuscita, ch’io mi sappia, a soddisfare del tutto gli studiosi della storia di quella.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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