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      Fu allora, nell’Asia centrale, un continuo agitarsi di popoli, un guerreggiare tra loro; uno spostarsi in massa di genti di varia stirpe, che abbandonavano [58] le loro sedi, o ne erano cacciati. Le scorrerie delle audaci tribù, che trovavano dapprima verso oriente il campo aperto alle loro imprese, si volsero verso occidente; spingendo innanzi a loro le tribù che incontravano nel loro cammino. Nella lotta per la vita e per lo spazio, i più forti e bellicosi di questi popoli furono gli Hiung-nu; i quali ebbero, nella storia degli avvenimenti occorsi in quel tempo, la parte principale.
     
     
      V.
     
      Prima di procedere oltre, procuriamo di tracciare una sommaria classificazione, che ci dica approssimativamente a quali gruppi si possano riferire le popolazioni di razza gialla, le quali siamo abituati a chiamare mongoliche. Non ho a mano sufficienti notizie etnografiche precise, che diano modo di venire ad una conclusione: anzi a me sembra, che anche l’etnografia delle più importanti nazioni dell’Estremo Oriente, come i Cinesi e i Giapponesi, sebbene alcun lavoro pregevole abbia già visto la luce, sia ancora da fare. Maggior materiale di studio lo abbiamo nel campo linguistico; ma, come è troppo noto, lingue e razze sono due termini da non esser fra loro confusi; e il criterio linguistico può sembrare fallace, preso come criterio per giudicare la diversità dei popoli, e raggrupparli poi in un certo determinato ordine.
      [59] Le conquiste, i contatti cagionati per l’utilità dei commerci, le necessità economiche, i matrimoni esogamici ed altre cause siffatte portano negli idiomi mutamenti più o meno profondi.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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