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      Questi due fatti rispondono a due diverse condizioni di mente, e sebbene i due gruppi di popoli di razza gialla, altaici e sinici, possano presentarci, almeno quali oggi sono, affinità fisiche, essi originariamente debbono appartenere a due rami distinti, o separatisi da uno stesso ceppo già da lunghissimo tempo.
     
     
      [64]VI.
     
      Posta da parte la linguistica, osserviamo un poco i fatti che ci presenta la storia di questa razza: osserviamo quali più notevoli avvenimenti l’hanno fatta emergere, durante le vicende della sua vita etnica. Tralascio la Cina, la cui storia, in complesso conosciuta abbastanza, ci mostra una nazione formatasi per le sue proprie forze, una civiltà nata dal suo proprio spirito: una nazione creatasi in tutto da sè stessa. Osserviamo invece di quali capacità sociali, politiche, civili, sono dotate quelle popolazioni, che la tradizione e la storia ci mostrano sempre in contrasto con la Cina, le popolazioni, cioè, del ramo turco-tartaro o altaiche. I fatti che ne verranno fuori aiuteranno, io credo, anche ad intendere la ragione per la quale il Giappone, nel cui popolo l’elemento altaico prevalse, si è reso, agli occhi degli Europei, tanto chiaro nell’età moderna: aiuteranno a conoscere quel complesso di qualità che ne formano il carattere morale, ritrovandole in altri popoli di razza affine. Come l’elemento altaico, predominante nell’aggregato etnico, che compone la nazione giapponese, sia andato a trapiantarsi colaggiù, formandone quasi l’anima, non è cosa che io mi proponga qui di spiegare; soltanto riconosceremo nelle vicende a cui soggiacquero le genti dell’Asia centrale, e nelle loro imprese, le medesime qualità che a noi [65] parvero ne’ Giapponesi quasi nuove e inaspettate; vedremo come lo spirito militare, la devozione ai condottieri, e soprattutto la singolare capacità di prendere e far propria l’altrui civiltà, d’arricchirsi di quelle arti e di quella cultura che non seppero creare, vedremo come tutto ciò si riscontri nella storia della razza altaica o turco-tartara.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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