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      Il nome "mongolo" i Cinesi l’usarono, come abbiamo visto, in tempo assai recente, applicandolo alle tribù nomadi del settentrione, che stimavano straniere alla loro propria schiatta. Ed infatti, i Cinesi che oggi nella massima parte ci si presentano con fisonomia mongolica, furono originariamente, fra le popolazioni di razza gialla, quella che per molti rispetti si allontanò maggiormente dal tipo caratteristico assegnato dagli antropologi ai Mongoli propriamente detti. Ed anche presentemente la dolicocefalia prevalente, la faccia ovale, il naso abbastanza prominente, che si osserva spesso nelle classi superiori, ricordano il continuarsi del tipo primitivo, o il riprodursi di esso per atavismo. Il ramo sinico deve essere stato, a mio credere, in sul principiare della storia della razza gialla, chiaramente distinto dal ramo altaico o turco-tartaro.
      Esclusi dunque i Cinesi, ne’ primordj di questa storia, venticinque secoli circa innanzi l’êra nostra, la vasta regione che giace a nord e a ovest dell’Hoang-ho era occupata da popolazioni appartenenti a due razze, l’una avente i caratteri delle genti finniche, l’altra delle genti dette poi comunemente mongoliche: i "Tih rossi" e i "Tih bianchi", come li [76] chiamarono i documenti originali più antichi(27). I popoli con capelli neri e pelle pallida giallastra, olivastra e bruna in altri, predominò sull’altra; la quale a mano a mano sparì da questa regione per recarsi nei paesi più occidentali. Al principio dell’êra nostra la troviamo assai sparsa nella regione del Tarim; donde più tardi passa in Europa, spingendosi poi nella Finlandia(28).


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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