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      Egli è perciò che il principe illuminato deve tenere in altissimo pregio i prodotti del suolo, e in poco conto l’oro e le gemme".
     
     
      V.
     
      La cerimonia, ben nota in Occidente, durante la quale, l’imperatore della Cina conduce, in certo tempo dell’anno, da sè stesso l’aratro pel campo sacro, e la sua sposa pigliasi cura dei gelsi e dei filugelli, iniziando così i lavori rurali(63); cerimonia riguardata per lo più [123] come una delle singolari o stravaganti costumanze di quel paese, ha invece un valore sociale di molto rilievo. La preferenza data a’ soldati sopra ogni altro ordine di cittadini è molto bene espressa, in alcuni Stati, dal consueto acconciarsi de’ sovrani alla guisa militare, in ogni occasione, che esca un po’ dall’ordinario; col farsi agricoltore, sia pure una volta l’anno, ma in modo singolarmente solenne, l’imperatore della Cina vuol dimostrare il gran conto, in cui s’ha da tenere l’agricoltura, e vuole in pari modo nobilitare il lavoratore della terra, col quale egli s’è pareggiato(64). È da’ lavoratori del campo, secondo che pensavano gli uomini di Stato cinesi fin dall’antico, che viene la [124] prosperità e la ricchezza; le quali dànno a governi e a dinastie quella stabilità, che non vale a procurare la sola forza delle armi. Infatti un brano del nostro testo, che la tradizione asserisce tolto dagli ammaestramenti politici di Shen-nung, dice: "Abbian pure a difesa le città mura e fossati, sian pur le fortezze guarnite di molta milizia; se lo Stato è povero, città e fortezze saranno sempre aperte al nemico". E in altro luogo: "La ricchezza è la vita delle nazioni.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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