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      In prospere condizioni economiche ogni cosa riesce a bene: quel che si ha si conserva, quel che si vuole si ottiene, i nemici si domano, gli stranieri si hanno amici".
      Nello stato di primitiva civiltà, in cui si trovava, al tempo di cui parliamo, la Cina, la ricchezza pubblica era quasi del tutto formata da’ prodotti del suolo; e l’operosità del popolo e del governo tutta rivolta ad aumentare questa ricchezza, per mezzo dell’agricoltura e del dissodare le terre: procurando d’accrescere sempre più la fecondità del suolo, con affidarlo a valide braccia, che lo lavorassero con amore. Trascurare una tale bisogna, era mancare ad uno de’ principalissimi doveri di chi aveva il governo della pubblica cosa. - "La mancanza del necessario, che immerge il popolo" nella miseria, viene dall’incuria che lascia infruttuoso" il suolo; e il suolo resta isterile, perché non scompartito tra chi è abile a lavorarlo, come era prescritto" dalle leggi degli antichi re. Quando agli uomini è [125] tolto di poter ricavare dalla terra il sostentamento, perdon l’affetto al paese, abbandonano la casa, sciolgonsi da’ legami di famiglia, e non son più altro che animali"(65).
     
     
      VI.
     
      La pace e l’ordine rendono possibile sulla terra il civile governo de’ popoli. Perciò gli antichi cominciarono a stabilir bene le misure di lunghezza e di superficie, e le regole d’agrimensura per segnare con precisa rettitudine i confini de’ campi
      . Dopo aver posta innanzi quella massima così solenne, la conclusione, che ne deduce l’autore, fa un effetto curioso.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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