Pagina (90/246)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In quel campicello il giovanetto impratichivasi fino a diaciannove anni. A vent’anni, come ho detto, aveva anch’egli i suoi cento meu, e formava una nuova famiglia(73).
     
     
      VIII.
     
      Per intendere in quanta stima fosse tenuta la classe agricola, desumiamolo dai lamenti, che Pan-ku fa sulle sue condizioni; condizioni le quali in confronto a quelle degli agricoltori di altri paesi, sarebbero invero tutt’altro che lamentevoli. Parlando dunque dello [131] stato economico della famiglia del contadino, non solo il nostro autore trova miserabile quello del mezzaiuolo ed ingiusto, a suo dire; ma ancora non giudica sufficientemente agiata, anzi manchevole di mezzi, la stessa condizione del contadino, che godeva il frutto intero del suo lavoro campestre: e per onore dell’agricoltura, e per incremento di quella, invoca dal governo un miglioramento di sorte pei lavoratori della terra. Sono curiosi i particolari in cui entra Pan-ku, circa la vita domestica dell’agricoltore, e le rendite e le spese ch’egli ha, o meglio ch’egli aveva; perchè non bisogna dimenticare, che si tratta qui di cose d’almeno diciotto secoli addietro. Questi particolari, che fanno rivivere l’agricoltore d’un tempo sì a lungo passato, meritano la nostra attenzione; ed io li riferisco con le parole del testo: - "Calcoliamo cinque bocche - i Cinesi dicono bocche, quel che noi diciamo anime o persone - calcoliamo cinque bocche la famiglia di un contadino. Dal lavoro di un campo di 100 meu, ogni anno si raccoglie (in media) uno she e mezzo il meu di cereali, ossia 150 she in tutto(74). Levato il decimo come tassa sulla rendita, cioè 15 she, restano 135 she.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





Pan-ku Pan-ku Cinesi