Se, stando al nostro modo di vedere, il passo del Li-ki, riferito di sopra, suona: trono e altare; ossia potere civile e potere teocratico congiunti per tiranneggiare il popolo; stando al modo di pensare dei Cinesi, si ha da intendere soltanto: governo e autorità, ordine e sentimento del dovere. E che s’abbia ad intendere così, lo vedremo evidentemente in seguito.
      La religione è indubitatamente la forza più efficace per governare: lo dichiara esplicito il nostro testo. Ma non è l’antica religione del popolo, che lo dice; non il Taoismo, che l’afferma: è la filosofia confuciana, e la sua dottrina politica.
      L’antica religione popolare dei Cinesi, si manifesta, come abbiamo veduto, con tutti i fenomeni delle religioni primitive. È una forma di feticismo e demonismo; la quale, nel fondo, non differisce dalle credenze degli odierni selvaggi. Nondimeno, anche secondo quella credenza primitiva della Cina antica, la famiglia e lo Stato sono di origine religiosa, come abbiamo avuto occasione di dimostrarlo(145).
      Il carattere stesso, col quale la lingua cinese esprime l’idea di tribù, famiglia, casata, contiene l’idea [230] d’aggregato d’uomini che praticano un medesimo culto. La città era costituita, tosto che veniva innalzato l’altare allo Spirito della terra, vicino all’albero feticcio che si supponeva lo contenesse. Per Confucio, non più la tabella dove dimora l’anima del morto, non più l’albero sede dello spirito tutelare, non l’altare e la divinità servono, in vero, per unire gli uomini in società, come lo credeva la religione popolare; ma serve a ciò il sentimento dei doveri sociali, insegnati dalla religione, e che la religione apparecchia a compiere(146). Confucio ha della religione un’idea ben diversa da quella di altri fondatori di religioni, riformatori o legisti.