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      Sopportano ogni sorta di sventure, ma al solo fine di scansare l’Inferno; e credono fermamente ad una misteriosa redenzione, che esprimono con parola idiana(163) -
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      - Ora ognuno sa che la vita e la morte su la terra dipendono dall’ordine naturale delle cose; mentre le punizioni dei falli, le ricompense alla virtù, le dignità e il benessere dipendono dall’ordinamento sociale. Ed ecco il Buddismo, con le sue favole, [253] venire a dar contro le leggi della natura, e ad usurpare l’autorità del capo dello Stato. Eppure lo Shu-king (v. IV. 18) dice: - Soltanto il capo dello Stato dispensa i beni, conferisce le dignità, aduna ed amministra le rendite pubbliche. E se un suddito, usurpando l’autorità sovrana, prendesse a dispensare egli i beni, le dignità, le ricompense, sarebbe indubbiamente di danno alle famiglie, e funesto allo Stato -
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      - Durante il regno degli Wu-ti e dei San-Hwang, (2956-2206 a. C.) la dottrina del Buddha non esisteva ancora; eppure i principi erano saggi, i ministri onesti e fedeli; e gli anni correvano felici, e la vita degli uomini durava a lungo -
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      - S’arriva al re Ming-ti degli Han (58-76), e comincia a stabilirsi fra noi un così fatto culto esotico; e dai Paesi d’Occidente molti devoti vengono ad insegnare la loro dottrina -
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      - Dai sovrani della dinastia Si-Tsin (265 d. C.) in su, non era permesso in Cina farsi monaco; ma i barbari vennero, con pratiche superstiziose, a mettere in iscompiglio il nostro paese. Allora si cominciò a non tenere in nessun conto gli editti che proibivano i culti stranieri.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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