(25) Nome di famiglia di un loro re, diventato poi nome comune di quelle genti.
      (26) I Cinesi non fanno neppur distinzione di razza tra i fondatori della dinastia degli ‘Yuen’, che noi diciamo mongoli, e i fondatori della dinastia dei ‘Ts’ing’, che noi diciamo tartari manciù. Per essi sono mongole ambedue le dinastie, o sono ambedue tartare. Una nota alla edizione giapponese del San-tsai-tu-ye, al passo di sopra riferito dice: "I ‘Ta-Yuen’ [sovrani di razza mongola] furono rovesciati dai ‘Ta-ming’ [sovrani di razza cinese]; ma i ‘Mong-ku’ [mongoli] penetrarono di nuovo in Cina, rovesciarono i Ta-ming e fondarono la dinastia regnante dei ‘Ta-Ts’ing’ [sovrani di razza tartara manciù]".
      (27) Questi barbari del settentrione, ‘Tih’, furono poi distinti, secondo altri vecchi documenti, in otto rami, diversi non tanto per l’aspetto fisico, quanto per la parte che ebbero nella storia. Essi sono: 1. ‘Yue-chi’, più tardi Indo-shiti; 2. ‘Hiung-nu’ o Unni; 3. ‘Jung-tih’ genti del Turfan; 4. ‘Thu-mi’; 5. ‘Pe-wu’, detti poi ‘Moh-hoh’ e ‘Niu-chin’, antenati dei Manciù; 6. ‘Sien-pi’, antenati dei Ki-tan; 7. ‘Shi-wei’, da cui alcuni vogliono che provenissero gli odierni Mongoli; e 8. ‘Shan-yiu’ antica tribù turca, il cui nome rimase come titolo dei principi di quella stirpe.
      (28) Popoli biondi o rossi, abitanti l’Asia centrale, sono nominati nella storia cinese, alcuni appartenenti al ramo ugro-finnico, altri, come gli i ‘Wu-sun’, a fisonomia ariana. Quest’ultimi, che da alcuni sono creduti Goti, occupavano le terre a nord del T’ien-shan; e ne furono rimossi per la fuga degli Yue-chi cacciati dagli Hiung-nu, come ho accennato in altro luogo.