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      (173) Benissimo descrive il BARTOLI (La Cina, I, CXXX) questa sorta di Santi taosi, con le seguenti parole: ".... mostrano ne’ lor Tempj statue di Beati, cioè d’uomini non mai morti, ma stanchi o sazj di più vivere qua giù, saliti, i più valenti, di cielo in cielo fin dove, Iddio vel dica: i men forzuti, o più amorevoli della terra, rimasti ad abitare in su le purgatissime e mai sempre serene cime de’ monti, belli come aurore di maggio, lucidi come soli mezzodì, impassibili come statue di diamante, leggieri come soffi di vento, e invisibili fuorchè a’ seguaci della lor setta, che solo hanno gli occhi che bisognano per vederli".
      (174) N. B. Bisogna aver presente che quest’articolo è scritto nel 1886. L’autore è il Figuier, il libro Le lendemain de la Mort.
      (175) Vedi il mio libro Il Buddha, Confucio e Lao-tze, pagine 458-463.
      (176) Si-wang-mu, nome che significa "La regina dell’Occidente", come Dea della regione della vita e del luogo dove crescono le piante che dànno l’immortalità, può anche considerarsi come una Dea della terra. Infatti la tradizione vuole che essa presentasse una mappa della terra a Hwang-ki, appena che questi fu salito al trono, per fargli conoscere i suoi dominj; e che lo stesso facesse col re Shun, il quale da quella mappa vide come poteva ampliare i confini del suo reame.
      Una leggenda narra che il re Muh-wang dei Cheu (m. 1001-946 a. C.) viaggiando in Occidente sul Lago delle gemme, che è a’ piedi del Kwen-lun, s’incontrò con questa Dea, la quale stava a guardia degli alberi preziosi che dànno l’immortalità.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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